Lab-IP

GOVERNANCE E DIGITALIZZAZIONE DEI CONTRATTI PUBBLICI: MODELLI A CONFRONTO NEL CONTESTO EUROPEO

29 aprile 2025

a cura di Linda Sanson

Nell’attuale panorama europeo, la digitalizzazione dei contratti pubblici rappresenta una sfida cruciale per migliorare l’efficienza dell’azione amministrativa. Il contratto pubblico è uno strumento essenziale per gli Stati che, tramite il suo impiego, possono tradurre in azioni concrete le proprie politiche. La sua importanza per le pubbliche amministrazioni, infatti, non si limita alla funzione di approvvigionamento di beni e servizi, ma si estende, in senso più ampio, al suo “plurimo impiego” come mezzo per attuare politiche economiche e sociali diversificate (Consiglio di stato 29 dicembre 2023, n. 11322). In questo contesto, la digitalizzazione dei contratti pubblici emerge come un fattore capace di potenziare ulteriormente l’azione pubblica, garantendo maggior trasparenza, efficienza e tracciabilità. Tuttavia, la gestione e il controllo dei processi digitali implicano scelte istituzionali complesse, che variano nei diversi ordinamenti. Ciascun paese, infatti, ha sviluppato un proprio modello di governance in materia. Tra essi, quello Italiano si distingue per una configurazione unica.

Il legislatore italiano ha affidato l’attività di vigilanza e controllo sui contratti pubblici all’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC). L’articolo 222, comma 3, D. Lgs. 36/2023, individua le attività che l’autorità è chiamata a svolgere in tal senso. ANAC vigila sui contratti pubblici e la loro corretta esecuzione, svolge attività consultive, è dotata di poteri ispettivi e sanzionatori e ogni sua funzione risulta essere coerente con la missione generale di prevenire la corruzione negli gli ambiti dell’attività amministrativa.

La natura di autorità indipendente è uno degli aspetti che maggiormente caratterizza ANAC. Essa nasce dalla trasformazione della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche (CIVIT), individuata dalla L. 6 novembre 2012 n. 190 come autorità nazionale competente a coordinare l’attività di contrasto della corruzione nella pubblica amministrazione. Successivamente, l’art 5 D.L 101/2013 ha modificato la denominazione del CIVIT in quella attuale di ANAC, ridefinendone anche le funzioni, con l’obiettivo di concentrare l’attività dell’autorità sulla trasparenza e sulla prevenzione della corruzione nelle pubbliche amministrazioni. Il D.L n. 90/2014 ha poi trasferito all’ANAC i compiti e le funzioni dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (AVCP). Le competenze in materia di contratti pubblici sono state ulteriormente ridefinite dal Codice dei contratti pubblici del 2016 (art 213, D.lgs. 50/2016), e da ultimo, dal già citato art. 222 D.lgs. 36/2023.

L’elemento che rende l’ANAC un’istituzione unica nel suo genere è quindi senz’altro la sua natura di autorità indipendente, cui si aggiunge l’ampiezza e la particolarità delle funzioni e dei poteri che il legislatore le ha assegnato. Il settore dei contratti pubblici poi, è quello in cui ANAC gode di maggiori poteri e prerogative, trattandosi di un campo generalmente considerato ad altro rischio di corruzione.

Il modello italiano attribuisce dunque a un’autorità indipendente un insieme coordinato di funzioni di regolazione, vigilanza e controllo, e di supervisione della digitalizzazione del ciclo di vita del contratto. In particolare, ANAC ricopre un ruolo centrale nella governance della digitalizzazione dei contratti pubblici; coordina la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici, definisce gli standard informatici operabili e  monitora l’attuazione dei principi del ciclo digitale del contratto, collaborando con AgID nella gestione dell’ecosistema digitale degli appalti.
Questa configurazione le conferisce una posizione di vertice nella governance digitale del procurement, distinguendola nel panorama europeo e rendendo il modello italiano oggetto di interesse in ottica comparata. Infatti, la peculiarità dell’autorità italiana è evidenziata ancor più dal confronto con gli altri Paesi europei.

In Francia, ad esempio, non esiste un’autorità indipendente in materia di contratti pubblici. Le funzioni ispettive possono essere esercitate dall’Ispettorato generale delle Finanze o dalla Corte dei conti, ma solo in occasione di controlli presso singole amministrazioni. L’assenza di un’autorità centrale in Francia si riscontra anche in materia di digitalizzazione dei contratti, gestita principalmente dalle singole pubbliche amministrazioni, che decidono come implementare le normative in materia. L’Agence française anticorruption (AFA), per esempio, pur essendo un’istituzione indipendente incaricata di prevenire la corruzione nel settore pubblico e privato, non si occupa direttamente della gestione o digitalizzazione dei contratti pubblici. ANAC al contrario, oltre a vigilare sulla loro corretta esecuzione, si contraddistingue per la sua gestione dell’intera infrastruttura digitale nazionale (i.e.; Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici e sue componenti). In tal senso, in occasione della firma del “Protocollo intesa ANAC-AFA” del 9 luglio 2021, l’allora direttore dell’AFA, Charles Duchaine, colse l’occasione per definire l’ANAC un “modello” per la Francia e per l’AFA.   Questo riconoscimento evidenzia l’importanza dello scambio di esperienze tra Paesi, che permette la condivisione di informazioni e buone pratiche. Dunque, in Francia dove i ruoli in materia vengono tra diverse autorità ed agenzie, lo scenario risulta essere frammentato.

La situazione è ancor più articolata in Germania, dove la normativa stessa sui contratti pubblici non presenta un corpus omogeneo e unitario, ma piuttosto differenziato, anche a causa della struttura federale dello Stato. A ciò si aggiunge la forte decentralizzazione del sistema di approvvigionamento pubblico tedesco, con la maggior parte degli appalti gestiti a livello locale e regionale.  In Germania il Ministero per gli Affari Economici e l’Azione per il Clima definisce la politica in materia e finanzia il Centro nazionale di competenza per gli appalti innovativi (i.e., KOINNO) un’iniziativa che promuove l’innovazione negli appalti pubblici, offrendo supporto informativo, formativo e consulenziale a committenti pubblici e policymakers. Il monitoraggio degli acquisti pubblici è invece compiuto dall’Ufficio federale di statistica, su incarico del Ministero dell’Economia. L’ufficio raccoglie dati standardizzati che mostrano il valore economico degli appalti e supportano il monitoraggio verso la Commissione UE. Le statistiche includono anche l’impatto dei criteri di sostenibilità e il coinvolgimento delle PMI negli appalti pubblici.

Anche la Spagna si inserisce in questo quadro di pluralità organizzativa, pur con caratteristiche differenti. Con la Legge n. 9/2017 è stato istituito l’OIReScon, un Ufficio indipendente di regolazione e supervisione della contrattazione pubblica, principale organismo di vigilanza in materia. Il Decreto Reale n. 342/2023 ne ha disciplinato l’organizzazione, specificando che l’ufficio vigila sull’applicazione delle leggi, promuove trasparenza e concorrenza con l’obiettivo di contrastare le illegalità nell’ambito della contrattazione pubblica. L’ufficio si configura dunque come un attore chiave del sistema di governance degli appalti pubblici in Spagna, tuttavia, con riguardo alla digitalizzazione dei contratti pubblici, lo scenario appare anche qui frammentato. Il Ministero per la Trasformazione Digitale e la Funzione Pubblica è il principale responsabile delle politiche in questo settore. La recente Ordinanza n. 26/2025 ha istituito all’interno del Ministero il Consiglio per gli appalti e il Tavolo permanente per gli appalti, con funzioni rispettivamente di contrattazione e di assistenza tecnica nei procedimenti di gara. La digitalizzazione degli appalti pubblici in Spagna si configura quindi come una responsabilità condivisa tra più organismi, senza una figura centrale analoga ad ANAC. 

In sintesi, il quadro europeo appare frastagliato, e proprio tale frammentazione conferisce al modello italiano, incentrato su ANAC, l’opportunità di distinguersi per efficacia e coerenza istituzionale. Le linee guida emesse dall’autorità supportano l’intero sistema pubblico e hanno consentito all’Italia di dotarsi di un sistema di governance centralizzato, efficace e orientato alla digitalizzazione del ciclo di vita del contratto pubblico.

FacebooktwitterredditpinterestlinkedintumblrmailFacebooktwitterredditpinterestlinkedintumblrmail