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Il caso spagnolo della CNMC: il nuovo “super regulador “

di LETIZIA MARIA BERETTA

 

17 maggio 2017

 

Il 7 ottobre 2013 è divenuta operativa, in Spagna, la Comisiòn Nacional de los Mercados y la Competencia (CNMC), un’autorità amministrativa indipendente, con competenze regolamentari e insieme antitrust, nei settori delle comunicazioni elettriche, dell’energia, dei servizi postali, dell’audiovisivo, dei servizi aeroportuali nonché del trasporto ferroviario; dunque, una sorta di “macro regolatore” che unisce le funzioni dell’allora Comision Nacional de la Competencia (CNC) con quelle delle autorità di regolazione dei settori suddetti.

Per quanto già il Regno Unito, con il suo Office of Communications(OFCOM), abbia dimostrato come tutela della concorrenza e regolazione possano accentrarsi nelle mani di una medesima autorità, il caso spagnolo è, in questi termini, ancora più interessante: difatti, mentre l’Autorità Britannica riassume sia competenze regolamentari sia competenze antitrust limitatamente al settore delle comunicazioni elettroniche, la CNMC abbraccia ben sei diversi settori, proponendosi, in termini generali, l’obiettivo di garantire, preservare e promuovere il corretto funzionamento, la trasparenza e l’esistenza della concorrenza effettiva in tutti i mercati, a vantaggio dei consumatori e degli utenti.

Nel dettaglio, la CNMC nasce dalla fusione delle seguenti sei agenzie: la Comisión Nacional de la Competencia(CNC), a sua volta risultato della fusione del Tribunal de Defensa de la Competencia e del Servicio de Defensa de la Competencia; la Comisión Nacional de Energía(CNE), la quale aveva assorbito la Comisiòn Nacional del Sistema Elèctrico(CNSE); la Comisión del Mercado de las Telecomunicaciones(CMT), la Comisión Nacional del Sector Postal(CNSP), il Consejo Estatal de Medios Audiovisuales(CEMA) e il Comité de Regulación Ferroviaria y Aeroportuaria.

La CNMC, autorità indipendente dal Governo e soggetta al controllo parlamentare, esercita le sue funzioni attraverso due organi, ossia la Presidencia e il Consejo, quest’ultimo composto da dieci membri nominati dal Parlamento, su proposta del Ministro dell’economia e competitività, tra persone di riconosciuta levatura e competenza professionale, con mandato di 6 anni non rinnovabile e soggetto ad un rigoroso regime di incompatibilità.

Inoltre, il CNMC ha quattro “direcciones de instrucciòn”(energia, telecomunicazioni e settore audiovisivo, Trasporti e settore postale, e concorrenza, il cui direttore, in un’ottica di continuità, è, ad oggi, Eduardo Prieto Kessler, per lungo tempo consulente della CNC), le quali devono esercitare le proprie funzioni indipendentemente dal Consiglio.

Il corretto funzionamento di tutte le unità è compito ovviamente del Presidente.

Ancora, per quanto riguarda le funzioni esercitate dall’Autorità, coerentemente con l’attribuzione di poteri sia antitrust sia di regolazione, la CNMC: supervisiona e controlla tutti i settori di sua competenza, autorizza concentrazioni o fusioni e sviluppa proposte e linee guida, sia per incoraggiare la concorrenza, sia affinchè la regolazione sia la più efficace possibile; inoltre, l’Autorità assicura l’applicazione della normativa antitrust, dunque sanziona eventuali comportamenti anticoncorrenziali o abusi di posizione dominante, come dimostra, a titolo di esempio, la recente sanzione di 2,79 milioni di euro imposta, nel dicembre 2015, da CNMC ad AIE(società di artisti ed interpreti) e ad AGEDI(associazione per la gestione dei diritti d’autore)per, appunto, abuso di posizione dominante.

Brevemente, nel caso in questione, secondo la CNMC le società avrebbero abusato della loro posizione dominante nella gestione dei diritti d’autore. Secondo l’Autorità, le società avrebbero posto in essere un sistema discriminatorio per la retribuzione dei diritti d’autore per la trasmissione della musica via radio.

Peraltro, le emittenti radio private non facenti parte dell’AERC (un’associazione di cui in Spagna quasi tutte le radio fanno parte), sarebbero state costrette a versare un contributo cinque volte superiore a quello pagato dalle emittenti private appartenenti alle AERC stessa. Per quel che riguarda invece le emittenti radio pubbliche, rappresentate da una federazione, la FORTA, le società di gestione coinvolte nel procedimento avrebbero concluso una convenzione iniqua e discriminatoria che avrebbe consentito ai suoi membri di beneficiare di una significativa riduzione del contributo da versare.

A questo punto, chiarita la struttura, il funzionamento ed i compiti della CNMC, occorre individuare innanzitutto l’obiettivo dell’operazione compiuta dal Parlamento Spagnolo nel 2013, nonché interrogarsi, in un secondo momento e per quanto possibile, sull’eventuale successo della stessa.

L’obiettivo dell’unificazione della CNC con le autorità di regolazione settoriale sopra citate è sempre stato certamente quello di “garantire la certezza del diritto e la fiducia istituzionale, evitando inutili duplicazioni di controllo di ciascun operatore e decisioni contraddittorie sullo stesso argomento”; del resto è la stessa legge n. 3 del 4 giugno 2013, relativa proprio alla creazione della Commissione, a sottolineare come “maggiore è la proliferazione di agenzie con poteri di controllo sulle stesse attività, più intenso è il rischio di incontrare duplicazioni di controllo”.

Ancora, tra gli obiettivi dichiarati, non mancano la riduzione dei costi e delle spese.

Per quanto riguarda invece la seconda questione, e per concludere, molti esponenti della comunità Antitrust spagnola temono, ormai da qualche anno, che la riforma possa sia determinare una crisi delle risorse (dunque meno dipendenti costretti ad assumere ulteriori compiti), sia restringere l’applicazione della normativa antitrust.

Ora, se, da una parte, non sembra ci sia stata alcuna riduzione nel numero di indagini condotte dall’Autorità, dall’altra, si è avuto sicuramente un cambiamento visibile nel numero e nell’importo delle sanzioni inflitte dalla stessa CNMC; a dimostrazione di ciò, mentre nell’anno 2013 la CNC aveva irrogato sanzioni per un importo complessivo di 160.000.000 euro circa, nel 2016 la CNMC si è aggirata appena attorno ai 6.000.000 euro.

Sembra dunque chiaro che, qualunque sia la ragione, la tutela della concorrenza in Spagna sia notevolmente diminuita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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