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We are the builders: UK infrastructure policy

Le tre grandi novità con le quali il governo inglese chiude il 2015: l’Infrastructure and Projects Authority, la National Infrastructure Commission, il piano “Get Britain Building”.

di Sofia Secchi

11/12/13

Nel 2014/15 il Regno unito si è classificato al nono posto nel mondo in termini di qualità complessiva delle infrastrutture, secondo il World Economic Forum.
Un recente studio dell’OCSE sulle infrastrutture nel Regno Unito ha evidenziato come tale settore abbia sofferto di un investimento al di sotto degli standard dei paesi concorrenti e che questo sia in parte attribuibile all’insufficiente pianificazione a lungo termine da parte dei governi che si sono susseguiti. Risultato di tale fenomeno è stata una crescente disparità nella qualità delle infrastrutture tra il Sud-est (inclusa Londra) e il resto del Paese. Tuttavia l’OCSE ha fatto notare come il Regno Unito abbia uno “strong network regulation framework” e uno “strong institutional setting” che dovrebbero consentire il miglioramento e lo sviluppo delle infrastrutture.
Il Governo Inglese ha allora accolto la sfida ed ha annunciato tre nuove importanti novità che segneranno la politica infrastrutturale del 2016 e degli anni a venire.
Analizziamole con occhio critico e curioso. Chissà che non possano essere d’ispirazione all’Italia che si è posizionata al 49esimo posto nella classifica del WEF, e alla quale non suona nuovo il problema della disparità tra Nord e Sud.
Novità n. 1 : l’Infrastructure and Projects Authority
Il 12 Novembre 2015 il Tesoro ha annunciato un piano per fondere due organi separati, l’Infrastructure UK e la Major projects authority, e creare una nuovo organo, quale l’Infrastructure and Projects Authority.
Le due unità esistenti, Infrastructure UK (IUK) e la Major Projects Authority (MPA) dovranno coordinare le operazioni e condividere le proprie conoscenze interne per gestire i grandi progetti infrastrutturali come il Crossrail ed il Thames Tideway Tunnel.
Creato nel 2010, IUK ha il mandato governativo di consigliare il governo sulla pianificazione delle infrastrutture a lungo termine, facilitare gli investimenti del settore privato nei progetti infrastrutturali e sostenere la realizzazione di progetti con ad oggetto infrastrutture finanziate con fondi pubblici.
Creata nel 2011, la MPA ha il mandato di sovrintendere e garantire la consegna dei più grandi progetti governativi (circa 200 progetti per un totale di 500 miliardi di sterline di spesa pubblica). La sua funzione è dunque quella di sviluppare competenze in materia di gestione all’interno della pubblica amministrazione e assicurarne la corretta applicazione nell’ambito dei major projects.
Quindi il nuovo organo, che sarà chiamato Infrastructure and Projects Authority, riunirà insieme tutte le competenze governative sul finanziamento (IUK), la consegna e la garanzia (MPA) di questi progetti che, vanno da progetti infrastrutturali su larga scala come il Crossrail ed il Thames Tideway Tunnel ai grandi programmi di trasformazione come il Credito Universale (Universal Credit).
Tale autorità di nuova creazione verrà ufficialmente ad esistenza il primo Gennaio del 2016, con amministratore delegato Tony Meggs, il quale dunque lascerà il ruolo di amministratore delegato della MPA. Geoffrey Spence, l’attuale amministratore delegato del IUK, invece, ha deciso di lasciare il proprio ruolo nell’attività governativa e accogliere una nuova sfida nel settore privato.
Il cancelliere George Osborne ha affermato:
“Unificando Infrastructure UK con la Major Projects Authority, ci avviamo verso il passo successivo nel nostro piano per assicurare che l’economia del Regno Unito porti a termine i progetti di trasformazione di cui ha bisogno”.
Il ministro dell’Ufficio del Gabinetto Matt Hancock ha affermato:
“La nuova l’Infrastructure and Projects Authority è un ulteriore passo avanti nel dare al Regno Unito ciò di cui ha bisogno per avere successo nel ventunesimo secolo. Integrando la competenza nei progetti con l’autorità di finanziamento miglioreremo la capacità del governo di consegnare e la sicurezza economica che ne consegue. Tony Meggs è stato un rispettabile amministratore delegato della MPA e ha la capacità di leadership per rendere la nuova organizzazione un grande successo”.
Ma questo non è tutto, perché il governo inglese ad ottobre ha annunciato un’altra importante novità.
Novità n. 2: la National Infrastructure Commission.
Il 5 Ottobre 2015, il cancelliere George Osborne ha annunciato la creazione di una Commissione Nazionale per l’Infrastruttura, che ha dato immediatamente inizio ai lavori e sarà disciplinata con legge entro la fine del 2015.
George Osborne: ” There’s an idea, put forward by many people, and it’s time has come. An indipendent National Infrastructure Commission. A Commission, set up in law, free from party arguments”.
“Free from the party arguments” perché il problema che si vuole risolvere con l’istituzione di questa nuova Commissione è l’incapacità del governo di prendere e mantenere decisioni a lungo termine nel mondo delle infrastrutture, a causa del ciclo politico a breve termine che sembra costringere i rappresentanti a fare promesse per “l’oggi” e non per il “domani”.
A voi suona nuovo il problema che attanaglia il governo inglese? A me personalmente no. Vediamo allora come il governo inglese intende porvi fine.
La Commissione Nazionale per l’Infrastruttura (NIC) è presieduta da lord Andrew Adonis, un pari laburista, e sarà supervisionata da un piccolo consiglio nominato dal Cancelliere. Lord Adonis ha rinunciato al suo ruolo politico nella Camera dei Lord per presiedere la commissione e sederà come cross-bench peer per mantenere il proprio status indipendente. La commissione sarà composta da 25-30 membri dello staff permanente, avrà sede nel palazzo del Tesoro a Whitehall e avrà poteri statutari che le consentano di avvalersi delle competenze degli organi dell’amministrazione e degli organismi nazionali di consegna.
La funzione della Commissione è quella di fornire un’analisi obiettiva dei bisogni infrastrutturali a lungo termine del Regno Unito. La Commissione infatti presenterà una relazione esaustiva sulle esigenze infrastrutturali del Regno Unito ogni 5 anni, guardando ai 30 anni a venire, e farà raccomandazioni al governo rispetto al modus per soddisfarle. La relazione analizzerà lo status e le esigenze di tutti i settori, quali: energia, strade, trasporto ferroviario, porti e aeroporti, fornitura idrica, rifiuti, difese contro le inondazioni, digitale e banda larga, e come l’investimento in tali risorse infrastrutturali possa sostenere lo sviluppo del settore immobiliare.
La pregnanza del lavoro della Commissione si riscontra nel fatto che il governo sarà obbligato a rispondere a tutte le raccomandazioni effettuate dalla Commissione: qualora infatti il governo non intenda osservare le raccomandazioni ricevute dovrà spiegarne i motivi di rigetto ed esporre le alternative che esso vuole seguire (trasparenza e responsabilità dinanzi alla collettività).
Il cancelliere ha anticipato che il Governo, contestualmente al fornire una base legale alla Commissione nella legislazione, stabilirà i limiti ai costi potenziali indicati nelle raccomandazioni della commissione per contribuenti e consumatori.
In vista del Budget 2016, la Commissione è stata inoltre incaricata dal Chancellor di concentrare l’analisi, e dunque la conseguente relazione:
• Sui piani per trasformare i collegamenti delle città del Nord, inclusa la ferrovia ad alta velocità (HS3).
• Sui futuri investimenti nelle infrastrutture del trasporto pubblico di Londra, incluso il Crossrail 2.
• Su come investimenti nelle infrastrutture per l’energia possano soddisfare la domanda futura nel modo più efficiente possibile e ridurre le tasse dei consumatori.
Osborne ha affermato: “La commissione valuterà con calma e in modo imparziale i futuri bisogni infrastrutturali del paese e starà col fiato sul collo al governo se non raggiungerà l’obiettivo”.
Lord Adonis ha affermato: “Senza grandi miglioramenti ai sistemi energetici e dei trasporti, il Regno Unito arriverà ad una situazione di stallo. Sono entusiasta di istituire la Commissione Nazionale per l’infrastruttura quale organo indipendente in grado di fare raccomandazioni al governo e al Parlamento circa le priorità. Grandi progetti infrastrutturali come il Crossrail e nuove centrali elettriche abbracciano governi e parlamenti. Spero sarà possibile formare un ampio consenso, attraverso la società e la politica, circa le necessità infrastrutturali fondamentali per i prossimi 20-30 anni e sulle valutazioni che le hanno sostenute. La creazione della commissione è stata ampiamente accolta dall’industria, ma sono state espresse preoccupazioni su come saranno gestite le necessità in concorrenza tra loro. Julia Evans, amministratore delegato di BSRIA ha affermato: nè il governo nè la commissione devono evitare le decisioni importanti in materia di costruzione che vanno attualmente prese. Abbiamo ancora la necessità di procedere e costruire immediatamente il livello abitativo necessario al Regno Unito.”
Ad un evento ufficiale di lancio il 30 ottobre 2015, gli 8 membri della commissione sono stati così confermati:
Ex segretario ai trasporti Lord Adonis
Vice primo ministro Lord Heseltine
Ex membro del Comitato per la politica monetaria di determinazione dei tassi della Bank of England, Prof Tim Besley.
Ex presidente della Olympic Delivery Authority Sir John Armitt.
La neuro scienziata Sadie Morgan.
Ex economista capo della Greater London Authority, Bridget Rosewell. Presidente del Victoria & Albert Museum Sir Paul Ruddock.
Non mancano però le perplessità e le preoccupazioni circa l’idoneità dalla Commissione a rispondere alle esigenze del mondo dei progetti infrastrutturali. Il Financial Times ha infatti fatto notare i seguenti potenziali problemi:
– la Commissione non avrà alcun ruolo decisionale per quanto riguarda le capacità aeroportuali nel sud-est dell’Inghilterra
– Spetta sempre al Governo prendere la decisione finale definitiva in merito ai grandi investimenti infrastrutturali, il che significa che il problema del ciclo politico a breve termine nelle decisioni sulle infrastrutture non sarà risolto
– La Commissione esplicherà il suo ruolo solo nelle primissime fasi di progetto.
Novità n.3: Il cancelliere annuncia il piano “Get Britain Building” per ottenere la “costruzione del Regno Unito”
Il piano in quattro punti ”Get Britain Building” cambierà il modo in cui i progetti infrastrutturali essenziali sono pianificati, finanziati e decisi.
1- rivoluzione nella pianificazione urbanistica-> I vincoli di pianificazione urbanistica su aree industriali dismesse verranno rimossi per rendere tali terreni utilizzabili ai fini dello sviluppo infrastrutturale, e il budget per l’industria abitativa sarà diretto verso nuove “case in vendita a basso costo” per acquirenti di prima casa e detentori di cooperative edilizie, attribuendo loro diritto di acquisto, in modo tale da aumentare le proprietà e la costruzione delle abitazioni. A tal fine, Seguendo il Piano di Produttività 2015, il governo legifererà per fornire un permesso automatico di pianificazione per tutti i siti industriali dismessi sul “registro dei siti industriali dismessi”.
2- Gli 89 fondi pensione delle Autorità Locali verranno riuniti in una mezza dozzina di Fondi Sovrani, ognuno con una disponibilità di oltre 25 miliardi di pound, al fine di incoraggiare il loro investimento nelle infrastrutture. Il problema è infatti che attualmente i piccoli fondi previdenziali locali non possiedono le competenze per investire nell’infrastruttura.
Questo passo farà risparmiare milioni di sterline ogni anno di costi e tasse. I nuovi fondi svilupperanno le competenze necessarie ad investire nell’infrastruttura.
3- Il governo procederà con la vendita di terreni, edifici e altri beni che esso stesso ha comprato o costruito, raccogliendo circa 5 miliardi di sterline durante la sua legislatura. I fondi derivanti da queste vendite saranno reinvestiti per finanziare i nuovi progetti infrastrutturali.
4- La creazione della nuova National Infrastructure Commission.
Queste le novità che arrivano dal mondo inglese. Vediamo le cose che hanno fatto, vediamo le cose che faranno, vediamo tutte le cose che sono ancora da fare e poi chiediamoci cosa ci sia da fare qui, nel nostro Paese, e progettiamo le nostre “novità”.
“We accept this responsability. We will take on these challenges. We will do or duty. Some people stand on the sidelines. Some want to knock things down. We are the builders” . Chancellor George Osborne al Conservative party conference 2015.

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