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Gli scenari della Strategia energetica nazionale: futuro certo o solo possibile?

FRANCESCO MARTIRE

 

23/02/2018

 

Nell’ambito della programmazione energetica nazionale è opportuno avvalersi di strumenti modellistici. Tali strumenti sono gli scenari “di riferimento” e “di policy”: i primi descrivono l’andamento delle variabili prese in considerazione (fonti energetiche, consumi energetici, emissioni di gas serra) alla luce delle decisioni politiche prese in un determinato momento storico; i secondi definiscono nuovi obiettivi e gli strumenti necessari per conseguirli.

 

L’elaborazione di tali scenari è, dunque, fondamentale, dal momento che essi supportano ed orientano le politiche energetiche nazionali ed europee. Peraltro, il loro peso è divenuto maggiore a seguito delle ultime proposte legislative della Commissione europea, che prevedono che ciascuno Stato membro si doti di un “Piano integrato per l’energia ed il clima”, per la definizione puntuale delle modalità di raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità del sistema energetico determinati a livello europeo.

 

Non è un caso, dunque, che la Strategia Energetica Nazionale del 10 novembre 2017, presentando una struttura innovativa rispetto alla sua precedente edizione del 2013, dedichi un ampio spazio alla descrizione degli scenari elaborati per determinare le proiezioni relative all’evoluzione del settore energetico entro il 2030. In particolare, sono stati elaborati uno scenario di riferimento, cosiddetto “base”, ed uno di policy, denominato “SEN”. Lo scenario nazionale base, presupponendo esclusivamente gli obiettivi già definiti a livello europeo e nazionale ed in corso di realizzazione, mostra un’evoluzione confortante in termini di sicurezza e sostenibilità del settore dell’energia. Si prevede un incremento dell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, con una quota di consumi finali lordi pari al 21,6%, ed una riduzione complessiva delle emissioni di gas serra pari al 43%, come conseguenza dell’attuazione delle misure volte al raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica. Si precisa, tuttavia, che sarà necessario predisporre misure e politiche aggiuntive per garantire l’effettivo raggiungimento degli obiettivi prestabiliti.

 

Lo scenario SEN, al contrario, definisce nuovi obiettivi da raggiungere a livello nazionale, tenendo conto di politiche aggiuntive già definite ma che produrranno effetti concreti soprattutto a partire dal 2021. In particolare, rispetto allo scenario nazionale base, nello scenario in esame emerge un quadro caratterizzato da standard ancora più elevati: si prevede una significativa riduzione dei consumi di energia primaria, associata ad una contrazione dei consumi di carbone e prodotti petroliferi, ed anche una riduzione dei consumi di energia finale, che favorirà un maggiore impiego delle fonti rinnovabili. Inoltre, si prevede un calo della dipendenza energetica, dal 76, 5% al 63, 8% nel periodo 2015-2030, ed una riduzione del 42% dei consumi energetici complessivi, molto importante in vista del raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica primaria.

 

Le proiezioni degli scenari mostrerebbero, in sostanza, un’evoluzione tendenziale del settore energetico molto positiva: le strategie adottate garantirebbero il raggiungimento dei risultati sperati in termini di contrazione delle emissioni di CO2 e dei consumi energetici. In realtà, tali dati devono essere valutati con cautela. In primo luogo, la programmazione energetica nazionale deve tener conto anche delle previsioni e degli scenari elaborati a livello europeo; tali scenari, tuttavia, non sempre sono pienamente accessibili ai singoli Stati, sebbene essi possano considerarsi oggetto di consultazione durante il procedimento di elaborazione. Di conseguenza, a livello nazionale, risulta piuttosto complesso valutare criticamente gli effetti delle politiche comunitarie e, in base ad essi, orientare le politiche interne. In secondo luogo, consistendo i modelli in esame in proiezioni delle possibili traiettorie del sistema energetico in un orizzonte temporale molto ampio, assumendo l’esistenza di vincoli di carattere economico e giuridico, essi non rappresentano un futuro certo ma solamente possibile. L’andamento effettivo delle variabili oggetto di studio verosimilmente si discosterà dalle ipotesi assunte. Basti pensare alle simulazioni, nell’ambito dello scenario nazionale base, relative all’andamento del prezzo del vettore elettrico. Si stima che il prezzo dell’elettricità salirà a 80 euro per MWh entro il 2030, a causa degli incrementi del prezzo del gas e della CO2; tuttavia, tale modello non tiene conto della riduzione dei costi medi di generazione dovuti ad un maggiore impiego delle energie rinnovabili. Di conseguenza, in concreto potrebbe configurarsi un diverso andamento della variabile considerata, dovuto alla presenza di un fattore non valorizzato dallo scenario di riferimento.

 

Per concludere, nell’ambito della programmazione energetica nazionale, non è possibile prescindere dagli strumenti modellistici ma allo stesso tempo essi devono essere utilizzati con prudenza, nella consapevolezza del probabile mutamento delle variabili considerate negli scenari e dell’incertezza che può caratterizzare le corrispondenti previsioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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