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Il baratto amministrativo

di Luca Petruzzi

09/06/16

L’art.24 della legge n.164 del 2014 “Misure di agevolazioni della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio” disciplina la possibilità per i Comuni di deliberare riduzioni o esenzioni di tributi a fronte di interventi per la riqualificazione del territorio, da parte di cittadini singoli o associati. Gli interventi possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l’abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzabili, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano.

Il baratto amministrativo è quindi uno strumento che entra in gioco qualora un cittadino dovesse trovarsi in difficoltà nel pagamento delle tasse nei confronti delle amministrazioni comunali di appartenenza, mettendo, a disposizione di queste ultime, la propria attività lavorativa.

Possono usufruire di tale istituto tutti i comuni italiani.

Unica attività che devono compiere è la definizione dei criteri e delle condizioni per la riqualificazione del territorio attraverso l’emanazione di una delibera. Successivamente a questa delibera, i cittadini potranno procedere al “Baratto” di parte delle proprie tasse attraverso la corresponsione di un aiuto alla riqualificazione della zone urbane.

I vantaggi del Baratto amministrativo non sono unilaterali, rivolti solo ed unicamente nei confronti dei cittadini, ma bilaterali. Questo perché le stesse amministrazioni potranno riceverne dei benefici.

I comuni, infatti, potranno ricevere lavori di manutenzione e di valorizzazione del territorio che, per mancanza di risorse dovute ai tagli dei finanziamenti, sarebbero impossibili da realizzare. Per quanto riguarda i cittadini invece, potranno anche ottenere sgravi od esenzioni fiscali dal proprio lavoro.

L’istituto è stato introdotto con il decreto “sblocca Italia”, varato dal Governo Renzi nel 2014.

Ci sono determinati requisiti che bisogna rispettare affinché un soggetto possa essere ammesso a tale beneficio. Abbiamo già detto che essi devono essere previsti all’interno di una delibera comunale, ma è la stessa legge che da un organigramma generale.

Si prevedono quindi ex lege, per tutti i comuni che decidessero di adottare questo strumento, quattro condizioni specifiche:

  • Essere residente nel comune presso il quale si inoltra la richiesta
  • Essere maggiorenne
  • Avere un ISEE (indicatore della situazione economica equivalente) non superiore a quello ritenuto congruo dal comune che emana la delibera, ed un debito fiscale inferiore ad un certo importo
  • La richiesta deve riguardare un debito fiscale comunale

Destinatari, quindi, possono essere tutti quei cittadini che rispettino le quattro condizioni su elencate.

Il Baratto amministrativo ad oggi è stato adottato con delibera già in qualche piccolo comune italiano.

Nella provincia di Novara, Invorio (piccolo comune con poco più di 4000 abitanti), è stato il primo comune italiano a dotarsene con una delibera della Giunta comunale del

2/07/2015[1]. Il regolamento di esecuzione è intitolato “aiuto alle fasce deboli per il pagamento dei tributi comunali con la forma del baratto amministrativo”.

Oltre ad aver adottato la delibera di adozione di tale strumento e del successivo regolamento, nel piccolo comune di Invorio, se ne è già data attuazione per il pagamento della tassa sui rifiuti.

Infatti due soggetti, con mancato versamento della TARI rispettivamente per euro 131.00 e 99.00 sono stati ammessi, previa domanda e invio del relativo progetto, al programma deciso dalla giunta comunale di Baratto amministrativo per un periodo complessivamente di 18 ore di lavoro per il primo e di 14 ore di lavoro per il secondo[2].

Anche altri comuni si sono messi in moto per adottare l’istituto: Creazzo (provincia di Vicenza), Vasto (Abruzzo), Varese.

Di ancor più importanza è l’operato del comune di Milano che sta prevedendo una sperimentazione di tale strumento di adempimento delle obbligazioni tributarie alternativo al pagamento per mezzo di una delibera comunale emanata nel settembre 2015, con la quale si intende procedere alla ricerca di operatori, aventi forma di associazione riconosciuta, di impresa, di fondazione o comunque di persona giuridica, che svolgano il ruolo di tutor e/o di sponsor per la gestione di progetti sperimentali di applicazione del Baratto amministrativo.[3]

Si può quindi notare l’importanza e l’innovatività di tutto ciò ma non bisogna dimenticare che questo strumento deve avere sostanzialmente una applicazione solo e soltanto residuale non potendo essere considerata, al pari del pagamento o compensazione, come uno dei modi principali di estinzione delle obbligazioni[4].

[1] Delibera Giunta comunale n. 66 del 02/07/2015 consultabile in

[2] Delibera Giunta comunale comune di Invorio “adesione al Baratto amministrativo sigg. S.C. e I.A.” n. 62 del 09/04/2016 consultabile in www.comune.invorio.no.it

[3] Delibera Giunta comunale n. 1659 del 24/09/2015 Milano consultabile in www.comune.milano.it

[4] G.Girelli professore diritto Tributario Roma tre

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