Lab-IP

L’evoluzione dell’e-procurement nel contesto normativo europeo

di Federica Astrologo

10/12/16

Efficienza, economicità, efficacia nelle attività di approvvigionamento, determina un miglioramento qualitativo dei prodotti resi dalla Pubblica Amministrazione, favorisce l’innovazione e garantisce un buon uso delle risorse finanziarie disponibili.

In questo quadro gli appalti rappresentano l’elemento principale a disposizione della PA per garantire la qualità delle prestazioni nel rispetto dei principi di economicità, efficacia,  libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione e trasparenza.

A tale scopo se, per raggiungere gli obiettivi di maggiore efficienza della spesa pubblica, i principi di gestione degli appalti pubblici devono rispondere a creare un discriminazione secondo le loro migliori capacità tecniche e produttive prevenendo fenomeni di corruzione l’obbligo di nell’ambito delle procedure di gara a strumenti ambiente trasparente che consenta alle imprese di concorrere senza alcuna elettronici ne è la più logica conseguenza.

Il vigente quadro legislativo europeo, a tal proposito, vede nella digitalizzazione dei processi di approvvigionamento di beni e servizi delle pubbliche amministrazioni uno dei principali obiettivi che a tendere tutti gli stati membri dovranno perseguire con la digitalizzazione del processo end-to end dalla fase di pre e di  post aggiudicazione.

La lunga evoluzione delle direttive sugli appalti pubblici, iniziata dal 1971, vede con la Direttiva 2004/18/CE un’ importante e significativa  svolta.

La direttiva 2004/18/CE presenta numerosi aspetti innovativi della disciplina comunitaria degli appalti pubblici. In primo luogo essa procede alla unificazione di tutte le norme comunitarie in materia di appalti pubblici (a parte i cd “settore speciali”, per i quali è stata contestualmente emanata la direttiva 2004/17/CE). Alcune delle principali novità della nuova direttiva 2004/18/CE riguardano le soglie di applicazione più elevate, l’introduzione del dialogo competitivo, delle aste elettroniche, dei sistemi dinamici di acquisto, degli accordi quadro, la possibilità di partecipare alle gare con le holding.

Con riferimento agli strumenti elettronici, già nella presente Direttiva si prevede quale  sistema di negoziazione l’utilizzo all’interno delle aste elettroniche.

Le aste elettroniche non possono in alcun modo essere utilizzate quando si tratti di appalti di servizi o di lavori che abbiano a oggetto “prestazioni intellettuali quali la progettazione di lavori” (art. 1, comma 7).

Garantendo procedure trasparenti e non discriminatorie le direttive hanno mirato soprattutto  ad assicurare che gli operatori economici provenienti da tutto il mercato unico possano beneficiare appieno delle libertà fondamentali nel campo degli appalti pubblici.

Una valutazione economica complessiva ha evidenziato che la presente  direttiva ha

realizzato gli obiettivi posti  in misura considerevole. Esse hanno dato luogo a una

maggiore trasparenza e a livelli più elevati di concorrenza, realizzando contemporaneamente risparmi quantificabili tramite prezzi più bassi.

Le spinte di  evoluzione del contesto politico, sociale ed economico Europeo hanno tracciato la strada di innovazione ed evoluzione della normativa Europea sugli appalti pubblici.

La revisione delle direttive relative agli appalti pubblici fa parte, infatti, di un programma complessivo finalizzato a una di revisione e modernizzazione dell’attuale legislazione dei contratti, per renderla più aderente al contesto politico, sociale ed economico disponendo  di strumenti flessibili e semplici da utilizzare, che permettano ai poteri pubblici e i  loro fornitori di concludere contratti trasparenti e competitivi.

Michel Barnier, Commissario europeo responsabile del mercato interno e dei servizi, ha dichiarato:

Questa riforma è necessaria, ambiziosa e realistica. Le direttive attuali hanno dato buoni risultati. Tuttavia è necessaria un’evoluzione delle stesse ed auspico che le direttive sugli appalti pubblici siano più semplici, più efficaci e che agevolino il lavoro di coloro che hanno a che fare con gli appalti pubblici quotidianamente. …….”.

La Commissione europea avviava, il 27 gennaio 2011, un  processo di consultazione inerente la possibile evoluzione della legislazione europea in tema di appalti pubblici, mediante la pubblicazione di un apposito Libro Verde. L’obiettivo dichiarato della consultazione era quello di acquisire dagli operatori della materia indicazioni sulle possibili modifiche da apportare alla normativa europea sui contratti pubblici, al fine di ammodernare gli strumenti e i metodi esistenti per renderli più idonei alla costante evoluzione del contesto politico, sociale ed economico. Ciò in considerazione, specialmente, del ruolo fondamentale che gli appalti pubblici rivestono per affrontare le sfide imposte dall’attuale contesto di gravi restrizioni di bilancio e di difficoltà economiche che hanno colpito molti Stati membri dell’UE.
Esaurite le fasi di consultazione e di preparazione durate quasi un anno, la Commissione europea ha formalizzato, in data 20 dicembre 2011 le proprie proposte di revisione della normativa europea su appalti e concessioni.
Sono state avanzate, in particolare:
1) una proposta di nuova direttiva sugli appalti pubblici nei settori ordinari, che sostituirà la direttiva 2004/18/CE;
2) una proposta di nuova direttiva sugli appalti pubblici nei settori speciali, che sostituirà la direttiva 2004/17/CE;
3) una proposta di nuova direttiva sulle concessioni, materia sinora non disciplinata a livello europeo.

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