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Verso un nuovo stadio San Siro con volumetrie più contenute nel rispetto del pgt, quale il futuro del vecchio Meazza tra rilievi giuridici ed economico-sociali?

17/01/2022

A cura di Antonio Triglia

La vicenda riguardante il Progetto del nuovo stadio di calcio del quartiere San Siro a Milano è una delle più complesse e interessanti in materia. Essa ha visto sorgere quelle che si possono considerare le problematiche “classiche”, che le società sportive e gli enti locali devono affrontare per la costruzione di un grande impianto destinato al calcio professionistico e, allo stesso tempo, questioni peculiari, dovute principalmente all’importanza dello Stadio Giuseppe Meazza, accanto al quale dovrebbe sorgere la nuova struttura.

Già nel luglio 2019 le società calcistiche milanesi nella qualità di future utilizzatrici del nuovo impianto avevano presentato al comune di Milano la proposta relativa alla costruzione del nuovo stadio di Milano, comprensivo, secondo quando previsto dalla legge n. 147 art. Co.304, di uno studio di fattibilità, a valere come Progetto preliminare, e di un piano economico e finanziario.

Le società motivavano la scelta di non ristrutturare lo storico Stadio Meazza per ragioni economiche, di sicurezza, di comfort e di fruibilità per gli utenti.

Essendo l’mpianto di San Siro attualmente in uso uno stadio molto antico e che ha subìto degli interventi “stratificati” per tutto l’arco del XX secolo, sarebbe molto complicato e aleatorio intervenire con una corposa ristrutturazione e alcune modfiche necessarie per ragioni di sicurezza e accessibilità sarebbero difficilmente realizzabili in molte aree dell’impianto. Allo stesso tempo per garantire l’equilibrio economico- finanziario del Progetto sarebbero fondamentali le aree hospitality, per realizzare le quali sarebbe necessario operare uno stravolgimento dell’attuale struttura eccessivamente oneroso.

Infine l’opzione di costruire un nuovo stadio ex novo è stata ritenuta preferibile anche dal punto di vista prettamente sportivo, dal momento che I tempi necessary a una ristrutturazione di tal genere priverebbero le società per più di una stagione di uno stadio adatto alle loro esigenze.

Pertanto le I due club hanno scelto di far sorgere nella stessa area un nuovo stadio multifinzionale, conforme agli standard europei di fruibilità e che potesse rappresentare un impianto di eccellenza. Inoltre nell’idea dei proponenti dovrebbe comportare una rifunzionalizzazione e una valorizzazione dell’intero “Ambito San Siro”, con un prospettato impatto positivo sia sul piano del richiamo turistico sia occupazionale.

Infatti il Progetto iniziale prevedeva nella zona vicina al nuovo impianto il sorgere di alberghi, edifici destinati a uffici, aree per praticare sport e alberghi; prospettiva perlatro “suggerita” dalla modifica alla normativa definita project financing per impianti sportivi operata dall’art. 62 del D.L. 50 del 2017 , il quale permette la costruzione nell’ambito della stessa iniziativa di edifici ulteriori con destinazioni d’uso diversi da quella sportiva, funzionali al finanziamento dell’impianto, restando in ogni caso vietata la costruzione di edifici uso residenziale.

Dopo aver analizzato la proposta nel novembre 2019 la Giunta comunale ha deliberato la dichiarazione di Pubblico Interesse sul Progetto “Nuovo Stadio Di Milano”, subordinate però al rispetto di alcune condizioni.

La prescrizione più significativa da parte del Comune riguardava il volume assegnato all’area commerciale antistante il sedime del nuovo impianto. Il Sindaco Sala aveva chiarito che la costruzione sarebbe stata “autorizzata” solo nella misura prevista dal corrente Piano di Governo del Territorio, principale strumento di progarmmazione urbanistica comunale nella regione Lombardia. Tale strumento, suddiviso in tre diversi documenti: Il documento di piano, il piano dei servizi e il piano delle regole. In particolare quest’ultimo con delle prescrizioni applicabili ai vari tessuti urbani pone un freno all’urbanistica espansiva e svolgendo una funzione di tutela verso I pochissimi ambiti di irrinunciabile naturalità. Quello di limitare il comsumo di suolo al di là delle regole urbanistiche è un argomento molto sentito dagli amministratori in una Città e un hinterland come quello Milanese, centro della c.d. “città infinita”, che occupa gran parte del territorio Padano.

Inoltre proprio la programmata demolizione dello storico Stadio Giuseppe Meazza è stata oggetto dell’altra importante prescrizione, con cui l’ente ha esortato le società meneghine a a valutare soluzioni che non prevedano la totale rinuncia all’attuale impianto, bensì la sua rigenerazione attraverso altre funzioni”.

Alla luce di queste indicazioni nel novembre 2020 Inter e Milan hanno depositato l’integrazione dello studio di fattibilità in ottemperanza alle suddette prescrizioni, in particolare il Progetto relativo all’area commerciale, la quale rientra secondo il piano delle regole nel “tessuto urbano consolidato”, è stato rimodulato in base all’indice di utilizzazione territorial unico di 0,35 mq/mq. Recentemente il Comune ha quindi confermato la precedente dichiarazione di pubblico interesse, in seguito alla quale dovrà essere presentato il Progetto definitivo, la cui approvazione in conferenza servizi decisoria da parte del comune costituiirà anche dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza.

Per quanto riguarda la richiesta di rifunzionalizzazione dello stadio Meazza, i Club hanno creato nuovi sviluppi progettuali che prevedono il mantenimento di elementi iconici (come le rampe elicoidali) della Scala del Calcio con una funzione centrale nel nuovo distretto San Siro, il quale avrà vocazione prevalentemente sportiva e di intrattenimento.

In realtà il futuro del Giuseppe Meazza è ancora molto incerto.

Il primo ostacolo agli interventi sullo storico impianto poteva giungere dalla Soprintendenza di Milano, la quale aveva paventato il rischio che il bene potesse essere sottoposto al vincolo storico-relazionale. Tuttavia la successiva pronuncia della Commissione Beni Culturali della Lombardia aveva esclusoogni vincolo sul bene, pronunciandosi principalmente sulla assenza un vincolo di interesse artistico, chiarendo che le parti risalenti agli anni venti sono residuali e l’opera è prevalentemente connotata dagli interventi degli anni 1953-55 e del biennio 1989-90. Tuttavia è stato previsto che lo Stadio di San Siro potrebbe svolgere un ruolo nella cerimonia di apertura dele Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, anno in cui lo Stadio Giuseppe Meazza compierà 70 anni e il bene potrebbe ipso iure essere soggetto alla tutela del codice dei beni culturali, come tutti gli edifici non ancora sottoposti al procedimento di verifica di interesse culturale da parte del soprintendente ai sensi dell’art. 12 del D.lgs. 42 del 2004. In tal caso una nuova valutazione da parte della soprintendenza potrebbe frenare l’iniziativa delle società, il cui Progetto tra l’altro prevede di intervenire sul Vecchio stadio solo nella seconda fase dell’operazione. Pertanto è necessario un coordinamento tra il Coni, soprintendenze, Comune e concessionari dell’area per evitare il disastroso collasso di una parte del Progetto al momento in cui sarà già avviato.

Inoltre, dato l’indiscutibile valore storico-culturale e non soltanto sportivo che la “Scala del Calcio” presenta, a difesa dell’attuale impianto si sono posti varie personalità di spicco dello sport e dell’intrattenimento e soprattutto alcuni schieramenti politici. In particolare i consiglieri del Movimento 5s sono a favore di referendum sia abrogativo che propositivo sul futuro dello Stadio, mentre Sala è categoricamente contrario alla consultazione rivolta ai cittadini, sebbene essa non sarebbe definitivamente vincolante.

Con il referendum abrogativo è possibile chiedere l’annullamento totale o parziale di una deliberazione del Consiglio Comunale o della Giunta, entro 120 dalla esecutività della stessa. Con il referendum propositivo è richiesta l’adozione di un atto, di un provvedimento su materie di competenza del Consiglio o della Giunta comunale, potendosi eventualmente dar voce a nuove inziative per un radicale mutamento delle funzioni dello stadio rispetto ai piani della società. Una delle idee degli schieramenti politici di minoranza prevede la realizzazione nel quartiere San Siro della “più grande comunità energetica d’Italia sfruttando dei fondi europei del Pnrr”.

E ancora il Progetto del Nuovo Ambito San Siro è avversato apertamente da comitati e associazioni cittadine, anche a prescindere dalla funzione che rivestirà il nuovo Stadio. Infatti oltre alla strada della consultazione pubblica sono stati depositati due ricorsi al Tar contro la delibera di conferma della dichiarazione di pubblico. In attesa di scoprire I motivi dei ricorsi, si può affermare che la delibera è avversata soprattutto sul piano politico-amministrativo e non solo giuridico, in quanto l’operazione è considerata dai comitati una manovra speculativa su aree di proprietà del comune, solo in parte finalizzzata a dare alle squadre un nuovo stadio, essenzialmente utile alla società Suning e al Gruppo Elliot, ma ben distante dagli interessi del Comune e dei cittadini.

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